Autore: Peter St Onge | Pubblicazione originale: 11 nov 2023 | Tradotto da: 31febbraio | Milano Trustless | Link: What is Austrian Economics?
Ho ricevuto alcune domande sull'economia austriaca, che è il modello che uso per capire il mondo. Poiché l'economia austriaca non è molto conosciuta, ho pensato di illustrare le sue differenze rispetto all'economia tradizionale.
In breve, economia austriaca significa economia senza tangenti governative. E si scopre che, una volta tolte le tangenti governative, il modello economico è molto diverso e mette la libertà al centro dell'attenzione.
Come l'economia tradizionale è stata imprigionata
L'economia, come disciplina, esiste da molto tempo, almeno dal XVI secolo quando la scuola spagnola elaboròil modello 'classico'.
Ma a partire dal 1800 il campo dell'economia è stato cooptato dai governi, a partire dalla Prussia. Essi videro nell'economia un'utile propagandista che poteva aiutare a prendere il controllo del sistema economico e per fare realizzare fantastici profitti a banchieri, industriali e a chiunque avesse un buon budget per fare pressioni.
Gli economisti divennero ciò che Murray Rothbard definì la 'guardia del corpo intellettuale' del regime. O, per dirla con James Buchanan, gli economisti diventano 'sgualdrine di corte'...
Questa presa di potere è culminata nella 'rivoluzione keynesiana' degli anni 30. Dopo di che l'economia mainstream - università e tutto il resto - è diventata di fatto un'ala del governo.
La scuola austriaca non fa altro che tornare alla concezione classica pre-keynesiana del funzionamento dell'economia.
Cos'è l'economia austriaca
L'economia austriaca deve il suo nome al fatto che alla fine del 1800 il mondo di lingua tedesca dominava il campo dell'economia, così come gran parte di quello scientifico. Ma l'economia operava in modo molto diverso nelle due metà del mondo di lingua tedesca, la Prussia e l'Austria.
Mentre gli economisti prussiani erano finanziati dal governo, la situazione era diversa per i poveri austriaci, che non erano sul libro paga del governo. Così passarono le loro giornate a fare quello che gli economisti avevano fatto per secoli: cercare di capire come funzionano le economie. Perché le persone comprano, vendono, scambiano, interagiscono, lavorano, producono o distruggono.
Questo significava seguire l'evoluzione secolare dell'economia classica. Per questo motivo, mi unisco all'economista Pete Boettke nel considerare quella austriaca, come la 'vera' economia, quella che lui chiama "mainline". In contrapposizione alle sgualdrine di corte dell'economia 'mainstream'.
Prasseologia
Con queste premesse, cosa rende diverso l'approccio austriaco? L'approccio classico o austriaco consiste nell'utilizzare la logica per comprendere il comportamento umano. In Austria questo approccio è chiamato prasseologia, ovvero lo studio dell'azione umana.
Concretamente, la prasseologia utilizza 3 assiomi chiave - un assioma è una cosa ovviamente vera - da cui si può dedurre logicamente tutta l'economia:
1. L'azione ha uno scopo:
Questo significa che le persone non sono palle da biliardo, ma fanno le cose per un motivo. Vale a dire, perché credono che migliorerà la loro vita, generando un profitto personale.
2. Gli esseri umani sono diversi:
Cioè le persone hanno capacità diverse e vogliono cose diverse. Ciò significa che è redditizio per le persone commerciare e interagire.
3. Il tempo libero è un bene:
Le persone si impegnano a lavorare solo se è redditizio. Quindi, ad esempio, non esiste un lavoratore 'oppresso' a meno che non sia stata usata la violenza.
Incredibilmente, questi 3 assiomi possono letteralmente spiegare la totalità dell'economia, senza bisogno di decine di libri pieni di calcoli.
Inoltre, gli assiomi implicano che il modo per massimizzare la felicità delle persone è la libertà: con il governo a fare assolutamente nulla oltre a proteggerle.
Dopo tutto, se l'azione si basa su ciò che l'attore pensa possa migliorare la sua vita, non c'è alcun ruolo per il governo, se non proteggere la sua facoltà di scegliere liberamente. Nel frattempo, se le differenze tra le persone motivano lo scambio e l'interazione, anche in questo caso il governo non ha alcun ruolo da svolgere se non quello di star fuori dai piedi.
In confronto, l'approccio mainstream ignora la teoria a favore dei dati, recitando come un mantra 'lascia che siano i dati a parlare'. Questo trasforma l'economia in nient'altro che una statistica: un flusso infinito di correlazioni. In teoria, lasciar parlare i dati sembra neutrale e scientifico. Come l'uso dei dati in fisica.
Ma questo ci riporta alle tangenti del governo, in fin dei conti l'attore che raccoglie i dati ed esegue le analisi statistiche. I governi costituiscono la quasi totalità delle entrate delle università tra borse di studio, stanziamenti e prestiti agevolati agli studenti. Anzi, costituiscono la stragrande maggioranza delle entrate anche degli analisti non universitari, delle organizzazioni non profit che operano essenzialmente come ali del governo.
Questo significa che i dati non parlano. Perché i dati vengono comprati.
Il risultato finale è che, nell'economia mainstream, ogni intervento governativo, ogni pianificazione centrale, è solo una questione di dati. Si fa una simulazione, si vede se i risultati sono positivi, se l'intervento migliora il mondo. Inevitabilmente ogni intervento governativo migliora il mondo, almeno sulla carta, visto chi paga l'analista.
Il risultato finale è che ogni programma governativo funziona perfettamente in teoria. E ogni intervento governativo fallisce miseramente nella pratica. Perché dai programmi di welfare alla politica industriale, dalla regolamentazione burocratica alle banche centrali stesse, i dati hanno detto quello che sono stati pagati per dire.
Ma notate l'importante implicazione per la politica governativa. Se tutti traggono profitto da ogni transazione (assiomi dell'azione e del tempo libero) e se ogni individuo è in grado di trovare le operazioni migliori (preferenze soggettive, assioma della differenza), significa che non c'è assolutamente alcun ruolo per il governo (se non proteggere la nostra capacità di scelta). Il governo è, nella migliore delle ipotesi, d'intralcio: paghiamo il governo per distruggerci.
Implicazioni ideologiche dell'economia austriaca
L'intuizione chiave degli austriaci, secondo cui l'intervento del governo è dannoso, può essere applicata praticamente a tutte le questioni economiche. In effetti, l'economista Murray Rothbard ha fatto proprio questo nel suo libro del 1995 Making Economic Sense, che illustra 117 fallacie comuni e che, a distanza di 30 anni, si legge ancora come se fosse stato scritto la settimana scorsa.
In termini di ideologia, a differenza dell'economia keynesiana dove il governo ha sempre ragione - o anche della scuola di Chicago, dove le grandi imprese hanno sempre ragione - l'economia austriaca tende a implicare una concezione libertaria del mondo. Una visione in cui il governo si toglie definitivamente dai piedi. Svolge al massimo un ruolo utile affinché gli individui possano cercare la propria felicità.
Non è che il libertarismo sia necessario per l'economia austriaca. È che una volta accettato che l'individuo sa cosa è meglio per lui, implica che nessun pianificatore centrale può gestire la tua vita meglio di te. Non importa quanti dottorati abbia.
Implica che il modo migliore per aiutare le persone, il modo migliore per costruire una società, è la libertà.
Così, proprio come studiare fisica fa credere nella gravità, studiare economia austriaca fa credere nella libertà.
Fonti
Finalmente alcune buone fonti. Il mio preferito per iniziare è Rothbard.
Il libro che ho citato prima, Making Economic Sense, è un ottimo inizio. Oppure, se siete interessati al demone-spazio noto come Federal Reserve, iniziate con Cosa ha fatto il governo con i nostri soldi?
E se volete approfondire la teoria e la storia, date un'occhiata a Man, Economy and State di Rothbard o alla sua magistrale History of Economic Thought.
Rothbard è generalmente focalizzato sull'oro (Bitcoin non esisteva ai suoi tempi). Ma se siete interessati a Bitcoin, il miglior economista austriaco è Saifedean Ammous.
Date un'occhiata ai suoi libri Bitcoin Standard, Fiat Standard e Principles of Economics
Conclusione
Concludo con una citazione di John Stuart Mill: «Il vero vantaggio che ha la verità è che può essere estinta una, due o molte volte; ma nel corso delle epoche si troveranno sempre persone che la riscoprono, finché la sua ricomparsa cade in un momento in cui, grazie a circostanze favorevoli, sfugge alla persecuzione fino a quando non si è fatta una solidità tale da resistere a tutti i successivi tentativi di sopprimerla».
L'economia austriaca, come la libertà stessa, sarà sempre svantaggiata perché non piace ai governi. Eppure le persone vogliono sempre la libertà, a volte ricercandola in maniera davvero appassionata. Voglioni sempre che la prosperità sia consegnata in modo che loro e i loro figli possano perseguire i sogni e diffondere la giustizia nel mondo.
Proteggere la libertà è una battaglia senza fine, ma per me è la battaglia più sublime che si possa intraprendere
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