Autore: John Perry Barlow | Pubblicazione originale: 8 feb 1996 | Tradotto da: 31febbraio | Milano Trustless | Link: A Declaration of the Independence of Cyberspace
Governi del mondo industriale, stanchi giganti di carne e acciaio, vengo dal Cyberspazio, la nuova casa della Mente. A nome del futuro, chiedo a voi del passato di lasciarci in pace. Non siete i benvenuti tra noi. Non avete alcuna sovranità sul luogo in cui ci riuniamo.
Non abbiamo un governo eletto, ed è probabile che non ne avremo mai uno, quindi mi rivolgo a voi con un'autorità maggiore di quella con cui si esprime, sempre, la libertà stessa. Dichiaro che lo spazio sociale globale che stiamo costruendo, è per natura indipendente dalle tirannie che cercate di imporci. Non avete il diritto morale di governarci, né possedete metodi di imposizione che abbiamo ragione di temere.
I governi traggono i loro poteri soltanto dal consenso dei governati. Voi non avete richiesto il nostro consenso, tantomeno lo avete ricevuto. Non vi abbiamo invitato. Non ci conoscete, né sapete nulla del nostro mondo. Il cyberspazio non giace all'interno dei vostri confini. Non pensiate di poterlo costruire, come se fosse un'opera di edilizia pubblica. Non potete. È un atto di natura e cresce da solo attraverso le nostre azioni collettive.
Non vi siete impegnati nella nostra grande e appassionata conversazione, né avete creato ricchezza dei nostri mercati. Non conoscete la nostra cultura, la nostra etica o i codici non scritti che già assicurano alla nostra società un ordine maggiore di quello che si potrebbe ottenere con una qualsiasi delle vostre imposizioni.
Sostenete che tra noi ci sono problemi che dovete risolvere. Usate questa affermazione come scusa per invadere i nostri quartieri. Molti di questi problemi non esistono. Dove ci sono conflitti reali, dove ci sono torti, li identificheremo e li risolveremo con i nostri stessi mezzi. Stiamo formando un nostro Contratto Sociale. Questa governance nascerà in base alle condizioni del nostro mondo, non del vostro. Il nostro mondo è diverso.
Il cyberspazio è costituito da transazioni, relazioni e dal pensiero stesso, allineati come un'onda stazionaria nella rete delle nostre comunicazioni. Il nostro è un mondo che è ovunque e da nessuna parte, ma non è il luogo in cui vivono i corpi.
Stiamo creando un mondo in cui tutti possano entrare senza privilegi o pregiudizi legati alla razza, al potere economico, alla forza militare o al luogo di nascita.
Stiamo dando vita a un mondo in cui chiunque, ovunque, possa esprimere le proprie convinzioni, non importa quanto individuali, senza temere di essere costretto al silenzio o al conformismo.
I vostri concetti legali di proprietà, espressione, identità, movimento e ambito non si applicano a noi. Sono tutti basati sulla materia, e qui non c'è materia.
Le nostre identità non hanno corpo, quindi, a differenza vostra, non vogliamo ottenere l'ordine con la coercizione fisica. Noi crediamo che dall'etica, dall'interesse personale illuminato e dal bene comune emergerà la nostra governance. Le nostre identità possono essere distribuite in molte delle vostre giurisdizioni. L'unica legge che tutte le nostre culture costituenti riconoscono è la Regola d'Oro. Speriamo di poter costruire le nostre specifiche soluzioni su queste basi. Non possiamo accettare le soluzioni che state cercando di imporre.
Negli stati uniti, oggi avete una legge, il Telecommunications Reform Act, creata da voi e che ripudia la vostra stessa Costituzione, insulta i sogni di Jefferson, Washington, Mill, Madison, DeToqueville e Brandeis. Questi sogni devono rinascere di nuovo dentro di noi.
Avete paura dei vostri stessi figli, perché sono nativi di un mondo in cui voi sarete sempre immigrati. Poiché li temete, affidate alle burocrazie le responsabilità genitoriali che siete troppo codardi per affrontare in prima persona. Nel nostro mondo, tutti i sentimenti e le espressioni dell'umanità, da quelli svilenti a quelli angelici, sono parti di un insieme omogeneo, la conversazione globale dei bit. Non possiamo separare l'aria che soffoca dall'aria in cui librano le ali.
In cina, germania, francia, russia, Singapore, italia e stati uniti, state cercando di allontanare il virus della libertà erigendo posti di guardia alle frontiere del Cyberspazio. Questi possono tenere il contagio lontano per un po' di tempo, ma non funzioneranno in un mondo che presto sarà ricoperto da mezzi di comunicazione basati sui bit.
Le vostre industrie dell'informazione, sempre più obsolete, si autoalimenterebbero proponendo leggi, in america e altrove, che pretendono di possedere la parola stessa in tutto il mondo. Queste leggi dichiarerebbero le idee un altro prodotto industriale, non più nobile della ghisa. Nel nostro mondo, qualsiasi cosa la mente umana possa creare può essere riprodotta e distribuita all'infinito senza alcun costo. La trasmissione globale del pensiero non richiede più le vostre strutture per raggiungere i destinatari.
Queste misure sempre più ostili e coloniali, ci pongono nella stessa posizione degliamanti della libertà e dell'autodeterminazione che ci hanno preceduto e che hanno dovuto rifiutare le autorità di potenze lontane e disinformate. Abbiamo il dovere di dichiarare la nostra essenza virtuale immune dalla vostra sovranità. Ci diffonderemo su tutto il Pianeta in modo che nessuno possa arrestare i nostri pensieri.
Creeremo una civiltà della mente nel Cyberspazio. Che possa essere più umana e giusta del mondo che i vostri governi hanno creato in precedenza.
Davos, Svizzera
8 febbraio 1996
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