Autore: Federico Rivi | Pubblicazione originale: 26/09/2022 | Tradotto da: 31febbraio | Milano Trustless | Link: Despite Financial Times FUD, Bitcoin Is Not Crypto
Direste che il calcio e il baseball fanno parte dello stesso settore perché entrambi i campi da gioco sono ricoperti d'erba e in entrambi i giochi è coinvolta una palla? Direste che Bitcoin e criptovalute fanno parte dello stesso settore solo perché sono entrambi nel regno digitale e la crittografia è coinvolta in entrambi?
L'analogia è ovvia, ma ancora troppi equiparano Bitcoin e criptovalute, rifiutandosi di vedere le differenze sostanziali. L'ultimo esempio arriva dal Financial Times, la cui editorialista Jemima Kelly ha scritto che 'Bitcoin can’t be separated from crypto'. Kelly non è nuova a critiche nei confronti di Bitcoin - già nel 2015 aveva sottolineato il crollo del prezzo da 500 a 300 dollari - ma questo non significa che i suoi articoli non valgano la pena di essere analizzati nel dettaglio, a maggior ragione quando vengono pubblicati su giornali importanti come il Financial Times.
Dunque, 'Bitcoin non può essere separato dalla cripto', ma perché? Kelly fornisce un elenco di ragioni mal argomentate che vale la pena smontare.
Gli schemi Ponzi e i criteri del denaro
Non importa quali fossero le origini di bitcoin: le persone che lo spingono ora hanno gli stessi incentivi finanziari di coloro che spingono qualsiasi altro token crypto. Satoshi Nakamoto, il creatore del protocollo Bitcoin, potrebbe aver pensato di usarlo come denaro, ma questo non lo rende tale: non soddisfa nessuno dei criteri necessari e opera invece in una struttura piramidale che si basa sul reclutamento costante di nuovi membri.
Gli schemi piramidali sono, per definizione, strutture che possono stare in piedi solo finché continuano ad arrivare nuovi investitori per pagare gli interessi ai primi, cioè a quelli più in alto nella piramide. Nel momento in cui non entrano nuovi fondi, la struttura crolla. Kelly non spiega in che modo Bitcoin crollerebbe senza nuovi investitori. In realtà, ci troviamo nel bel mezzo di un ciclo ribassista iniziato 10 mesi fa con un flusso di denaro in uscita da bitcoin. Con un simile scenario lo schema piramidale sarebbe già dovuto crollare. Mentre scrivo, tuttavia, Bitcoin è ancora la rete più distribuita del pianeta e il suo tasso di hash è ai massimi storici.
Bitcoin funziona con e senza l'arrivo di nuovi fondi ogni giorno e questa è una differenza fondamentale con il mondo delle 'cripto', in cui i rag pulls [gli scivoloni da tappeti che vengono tirati, n.d.t.] avvengono regolarmente, come riporta il sito web rekt.news.
Per quanto riguarda i criteri del denaro, Kelly dimentica di specificare quali siano e come Bitcoin non ne soddisfi nessuno. Sebbene non ci sia un consenso universale su quante caratteristiche fondamentali debba avere il denaro, possiamo limitarci a sottolineare le cinque principali: riserva di valore, mezzo di scambio, trasportabilità, divisibiltà, unità di conto.
- Riserva di valore: Poiché l'inflazione può essere definita come una svalutazione dovuta all'espansione monetaria, Bitcoin è tecnicamente e precisamente una protezione contro l'inflazione grazie alla sua offerta fissa. È addirittura migliore dell'oro - la più importante riserva di valore al mondo - in termini di rapporto stock/flusso, ed è quindi senza dubbio un'eccellente riserva di valore.
- Mezzo di scambio: Sebbene nella storia di Bitcoin la scalabilità abbia creato non pochi problemi, oggi abbiamo la fortuna di avere a disposizione un protocollo che rende Bitcoin il modo migliore per inviare denaro da una parte all'altra del mondo in modo istantaneo e con commissioni quasi inesistenti. La Lightning Network è esattamente ciò di cui Bitcoin aveva bisogno per diventare un mezzo di scambio.
- Trasportabilità: Bitcoin è digitale, c'è qualcosa da aggiungere?
- Divisibilità: Un bitcoin è divisibile in 100 milioni di sats. Lightning Network supporta anche i millisat, quindi un bitcoin è divisibile in 100 miliardi di unità. Provate a farlo con i dollari.
- Unità di conto: Questa è l'unica caratteristica non ancora raggiunta nelle economie occidentali a causa della volatilità di bitcoin, dovuta alla sua fase di scoperta dei prezzi che probabilmente durerà ancora per qualche decennio. Tuttavia, questo non significa che bitcoin non sia già un'unità di conto molto più affidabile in molti Paesi in via di sviluppo, dove le valute locali sono cadute in spirali iperinflazionistiche.
FUD sulla decentralizzazione
Bitcoin non è di fatto decentralizzato: non solo i miner si raggruppano per formare 'pool', ma la ricchezza è anche enormemente concentrata. Martedì MicroStrategy ha annunciato di aver acquistato altri 301 bitcoin, il che significa che questa società da sola detiene quasi lo 0,7% dell'intera offerta.
Le mining pool non sono squadre di calcio e ci sono tre considerazioni che Kelly ha omesso:
- I singoli miner possono staccarsi da una pool e unirsi a un altro in qualsiasi momento se ritengono che uno di essi stia acquisendo troppo potere.
- Se finora c'è stato il pericolo che le transazioni venissero censurate da una pool - dato che è la pool a scrivere il blocco candidato e quindi può teoricamente scegliere quali transazioni includere e quali escludere - con Stratum V2 questo problema è stato risolto perché ogni singolo miner è in grado di scrivere il proprio blocco candidato. In definitiva le pool sono gruppi di individui che agiscono per i loro interessi individuali.
- Per quanto indesiderabile possa essere, un grande hash rate controllato da un singolo miner non dà alcun potere sulle regole del protocollo, che vengono applicate dai singoli nodi della rete, come dimostrato nella Blocksize War e nella bellezza della proof of work.
Per quanto riguarda MicroStrategy, Kelly ha probabilmente fatto un'errata analogia con il mondo fiat, dove potere e denaro vanno di pari passo. Lì [fiat] la ricchezza e la capacità di influenzare le regole del sistema sono direttamente proporzionali, un po' come nel sistema proof-of-stake, che non è altro che la trasposizione crittografica del mondo attuale. In Bitcoin le cose funzionano diversamente: se un individuo gestisce un nodo Bitcoin completo in un villaggio remoto del Kenya, anche senza possedere alcun bitcoin, ha esattamente la stessa quantità di potere che MicroStrategy ha su Bitcoin (solo se l'azienda gestisce un nodo completo, ovviamente - altrimenti l'individuo ha più potere).
FUD su innovazione e FUD energetico
... un 'vantaggio della prima mossa' non è sempre duraturo. Altri token crypto hanno già diverse caratteristiche che bitcoin non ha, e si è parlato nuovamente di un 'flippening', in cui il valore di Ethereum supererà quello di bitcoin a causa del passaggio del primo a una forma di mining a minore emissione di carbonio.
Quali potrebbero essere esattamente queste caratteristiche non è stato specificato. Forse smart contract? Basterebbe studiare cosa succede con i livelli successivi alla blockchain di Bitcoin: Lightning Network, RGB, Taro, Fedimint, Liquid, OmniBolt, Sphinx e tbDEX, solo per citare i più noti.
Per quanto riguarda il mining 'ad alta emissione di carbonio', si potrebbero riempire molte pagine per smentire questa idea. Per il bene di questo articolo, mi limiterò a mostrare i dati dell'ultimo rapporto del Bitcoin Mining Council, che a luglio ha rilevato che il 59,5% dell'energia utilizzata dalla rete Bitcoin proviene da fonti rinnovabili e che, sebbene Bitcoin consumi lo 0,15% dell'energia prodotta a livello globale, è responsabile solo dello 0,086% delle emissioni di CO2, ed è quindi molto più ecologico della produzione media globale di beni e servizi. Questa tendenza continuerà, dato l'incentivo per i miner a utilizzare fonti energetiche a basso costo. Come ha detto Nic Carter: 'Il mining di Bitcoin sta convergendo con il settore dell'energia con una rapidità sorprendente, dando luogo a un'esplosione di innovazione che decarbonizzerà Bitcoin nel medio termine e favorirà drasticamente le reti sempre più rinnovabili'.
Anche l'idea che il vantaggio del primo arrivato non duri per sempre è sbagliata. C'è una caratteristica fondamentale che permette a Bitcoin di godere di questo vantaggio costante: la scarsità o, per essere più precisi, la finitezza. Bitcoin è finito, le crypto no. E anche se si utilizzasse il codice di Bitcoin creando una copia identica, il primo Bitcoin sarebbe quello originale: la scarsità non può essere ricreata una volta scoperta.
Quanti Bitcoin? (Spoiler: solo uno)
Infine, non c'è accordo nemmeno su cosa sia bitcoin. Per la stragrande maggioranza si tratta della moneta digitale nota anche come 'BTC', che attualmente viene scambiata a circa 19.000 dollari. Ma ci sono altre versioni che si sono separate, come quella promossa da Craig Wright, l'uomo che sostiene di essere Satoshi e che dice che [quel] BTC è uno scam.
Si tratta di una frase altamente contraddittoria. Se la 'stragrande maggioranza' è d'accordo che Bitcoin è una cosa, allora c'è un accordo, anche se qualche megalomane con un seguito quasi nullo si fa chiamare Satoshi Nakamoto e vuole che il suo token sia considerato il vero Bitcoin. E in ogni caso, quando si tratta di Bitcoin, dove non esiste un'unica autorità che fornisca certificati di autenticità, c'è sempre un giudice finale: il mercato. Infatti BTC è concordato dal libero mercato, anche se molti Paesi occidentali hanno ormai dimenticato cosa sia.
Milano Trustless (31febbraioMI)
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